Gilles Clément - "Giardino in movimento"

In questo primo capitolo tratterò uno dei temi principali del pensiero del filosofo, paesaggista, docente e giardiniere francese Gilles Clément: il "Giardino in movimento".

La struttura dell'idea di "Giardino in movimento" è esposta da Clément nell'opera Le Jardin en mouvement (pubblicata nel 1991 per Sens & Tonka e tradotto in Italia nel 2011), ma l'espressione Jardin en mouvement ricorre per la prima volta in un articolo di Clément dal titolo La friche apprivoisée-L'incolto addomesticato, apparso nel 1985 nel numero 209 della rivista Urbanisme, per indicare "giardini in cui gli elementi di composizione formale e le specie non sono fissi ma evolvono di anno in anno sotto la funzione del giardiniere e delle condizioni ecologiche del luogo. Un tale concetto, d'ispirazione ecologica, rompe con la tradizione del giardino formale concepito come uno spazio a piano fisso". 

Alla fine degli anni '70, nella regione francese del Limosino, Clément acquista un terreno proveniente da alcuni decenni di abbandono, nei pressi dei luoghi della sua infanzia. In questo terreno, che si chiama La Vallée, costruisce la propria abitazione in autonomia. 

Ai corsi di paesaggio gli avevano insegnato ad eliminare tutto ciò che contrasta con il pensiero razionale del progettista. Nel suo giardino, invece, in un'esperienza sul campo, Clément decide di adottare un approccio radicalmente diverso: valorizzare ciò che già è presente senza distruggere nulla (secondo il motto "fare il più possibile con, il meno possibile contro").

Dando spazio allo sviluppo autonomo della natura, la friche (l'incolto) viene ad essere parte essenziale di questo processo, luogo di elezione dove le varie specie, spontaneamente ed autonomamente, si rifugiano: la friche è rifugio, protezione, della biodiversità (dove a noi sembra prevalere la decadenza e l'abbandono è presente, invece, forza e mescolanza vitale).

Il Giardino in movimento inizia proprio in questa porzione di terra: trovandosi a dover tracciare un sentiero per addentrarsi nella vegetazione Clément, per evitare di tagliare arbusti e piante spontanee, decide di segnare il percorso con linee zigzagate per evitare di intromettersi nel naturale, autonomo e spontaneo processo di sviluppo armonico delle varie specie con-correnti. 

Così facendo il giardiniere non è colui che, geometricamente e staticamente, impone la propria forma al giardino e alla natura stessa, ma è chiamato ad adattarsi alle forme naturali preesistenti lasciando che l'energia del luogo (l'energia che gli antichi veneravano come divinità chiamandola "Genius loci") possa fare il proprio corso, cooperando egli stesso con la natura e le singole specie in una dinamica paritaria, allo scopo di incanalare e valorizzare il ritmo della biodiversità, senza alcuna interferenza artificiale.

Il concetto di Giardino in movimento non è solo teorico ma trova spazio e collocazione in veri e propri giardini ideati da Clément come, ad esempio, il giardino in movimento che è parte del Parc Andrè Citroen di Parigi, sorto all'interno degli ex stabilimenti dell'industria automobilistica francese (vedi foto). 

In conclusione l'idea di Giardino in movimento, con le sue realizzazioni pratiche, contribuisce a creare una nuova visione, principalmente dei luoghi incolti, che evidenzia non il degrado e l'apparente abbandono ma la funzione di salvaguardia della biodiversità, in un concentrato di natura e vita che interagisce autonomamente, secondo i propri tempi ed i propri ritmi, senza l'intervento del moderno uomo-padrone.








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